Ancora e sempre "Mama Africa"!
Ancora e sempre "Mama Africa"!
Un altro viaggio, altre esperienze, altri sorrisi, altri regali per gli occhi, un altro ritorno.
Ma tornare dall'Africa non è come tornare da qualsiasi altro posto. L'Africa mi sorprende sempre, mi rigenera, mi rasserena, mi fa aprire gli occhi e il cuore. Inizio a perdere il conto di quanti viaggio ho fatto nel continente nero, ma appena rientrato ne ho già la nostalgia. Ho nostalgia del rosso della terra, dell'aria calda che ti accarezza il viso, del ritmo lento della vita, della gentilezza delle persone, delle stelle appena sopra la testa, dei lunghi viaggi in jeep e di tante altre piccole cose.
Parto dalla fine questa volta; non ero mai stato al Kruger National Park, la più grande riserva naturale dell'Africa, una regione sconfinata. Ne ho visto una parte piccolissima, ci dovrò tornare per visitarne altre zone, ma quel poco che ho potuto ammirare mi ha dato per lo meno un'idea di cosa sia. Atterri con il solito piccolo aereo ad elica in un aeroporto che non è nulla più di una piccola striscia di terra in mezzo alla savana e come scendi dalla scaletta sei catapultato in un altro mondo, senza neppure avere il tempo di realizzare.
C'è un fuoristrada che ti aspetta e comincia il viaggio verso la tua riserva privata, dove ti aspetta un lodge o un campo tendato. Ti ritrovi a viaggiare in mezzo alla savana, quando solo poche ore prima attorno a te avevi asfalto e “civiltà”. Non è spiegabile il senso di libertà che si prova guardando il bush che si estende a perdita d'occhio. Poi cominci a vedere qualche animale, una zebra, una giraffa, un impala e realizzi che qui sei tu l'estraneo e puoi solo osservare con silenzio e rispetto tutto ciò che ti circonda.
Respiri, guardi, ascolti un po' in silenzio e finalmente cominci a capire, o a ricordare per chi ci è già stato come me, cosa vuol dire essere in Africa.
Prima del Kruger, con i miei fantastici compagni di viaggio, avevamo fatto una tappa nel Mapumalanga, una regione verdissima nel nord del Sudafrica. Canyon, fiumi, cascate, foreste che iniziano e sembrano non finire mai; bello, rilassante, una buona base di partenza per il vicino Kruger.
Prima ancora Johannesburg una città che ormai posso dire di conoscere abbastanza: ma chi l'ha detto che Johannesburg è una città “difficile” e poco sicura? Io a Joburg ci sto da Dio, quartieri cool, ristorantini di tutti i tipi e per tutti i gusti, Soweto con le sue interessanti contraddizioni, il museo dell'Apartheid per non dimenticare cosa ha passato qui la gente di colore. Insomma un giorno in questa città è sicuramente ben speso.
Ma la prima tappa del mio viaggio è stata in un paese nuovo per me e non posso certo dire di averlo visitato questa volta (un altro paese in cui dovrò tornare). Arrivati in Sudafrica siamo partiti quasi subito per il Mozambico, dove siamo andati a visitare un bel resort (l’Anantara), nell’isola di Bazaruto. Un'isola molto piacevole, abbastanza grande per poter fare tante cose. L'interno è vario, con altissime dune di sabbia che si alternano a laghetti e zone molto verdi. Spiagge lunghissime dove gli amanti delle passeggiate possono camminare all'infinito e un bellissimo mare, caldo e tranquillo per rilassanti nuotate.
E poi la bella e gentile popolazione locale. Basta fare qualche passo lungo la spiaggia e si cominciano a trovare i vari villaggi di pescatori: qui la gente ha poco, anzi qui la gente non ha nulla, ma il sorriso non manca a nessuno. Troviamo qualche bimbo che gioca in acqua e via anche noi a giocare e a divertirci insieme, sotto lo sguardo divertito delle belle mamme avvolte in abiti coloratissimi.
Appena rientrato, sono già in attesa della prossima chiamata di "Mama Africa", non vedo l'ora…
Tiziano
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